Rassegna

È passato un anno dall’invasione, saggi proustiani e Roberto Pazzi

Una settimana di letture #70
Federica Breimaier

È passato un anno dall’invasione russa dell’Ucraina. Me la ricordo ancora quella mattina del 24 febbraio dacché fu proprio di essa che sentii parlare appena sveglia, prima del buongiorno, prima del caffè, prima, insomma, che la coscienza mi fosse restituita nella sua interezza: “Putin ha invaso l’Ucraina”. E ci misi un po’ a decifrare tutte le implicazioni, dato che la mia generazione, di guerra, aveva sempre sentito parlare, sì, ma solo fuori dall’Europa. Alla sera, però, vidi il telegiornale, e fu allora che provai davvero i brividi, di paura, sì, per gli effetti su larga scala che tutto ciò avrebbe potuto avere, ma soprattuto di disgusto, per la brutalità gratuita di quanto stava e sta accadendo.

Vi parlo di reazioni emotive, me ne rendo conto; ahimè non ho null’altro da offrirvi a voi lettori e lettrici di questa rassegna, ormai diventata uno specchio in cui riflettere sensazioni, riflessioni, convinzioni. Fu così anche per l’articolo uscito il 27 febbraio 2022: Cosa ci insegna l’Ucraina, e altre, necessarie, storie di questa settimana

Non sono una stratega, e nemmeno conosco abbastanza a fondo le dinamiche geopolitiche che qui si intrecciano, per poter contribuire attivamente alla discussione, se non cercando di informarmi per poi condividere con voi le fonti che mi paiono utili.

Detto ciò, sento il bisogno di confessarvi qualcosa, per cui sicuramente verrò tacciata di idealismo (das Leben ist kein Ponyhof, come dice mio padre, “la vita non è un parcogiochi”), e di ingenuità. Io non credo ai complotti dei “poteri forti” (qualsiasi cosa si intenda con un termine che tutti usano, ma pochi spiegano). Sono ben a conoscenza dell’esistere di persone/entità economiche/poteri politici per cui questa guerra è fonte di guadagno (di diversa natura) e interesse, ma mi pare rilevante fino ad un certo punto. Ciò infatti non cambia la verità fattuale di quanto sta accadendo: un popolo (non importa se o meno corrotto – non ignoro certo lo stato dei diritti civili in Ucraina prima della guerra) è invaso da un altro, e il primo non ha nessuna intenzione di arrendersi. E no: non mi parlate della dittatura mediatica occidentale o americana, perché ascolto quasi ogni sera Travaglio criticare gli aiuti all’Ucraina (ci ha pure scritto un libro sopra!).

Ma Federica, così come l’hai raccontata sembra comunque una storiella. Può darsi, ma a me interessa andare all’osso della questione. E da intellettuale progressista io dico che se davvero crediamo nell’autodeterminazione dei popoli e dell’individuo, allora dobbiamo crederci fino in fondo. E ciò vuol dire accettare che per questo ideale una bomba (di varia natura) potrebbe caderci sulla testa. Capiamoci bene, si può anche dire “a me preme la mia vita prima di tutto, Putin può prendersi quello che vuole”, ma va appunto detto!
Il resto, la NATO, Biden, Zelensky, la Cina, è contorno. Un contorno che spaventa (a me personalmente da morire), che tuttavia non cambia il nocciolo della questione. Ora, queste sono le riflessioni del sabato pomeriggio, di una dottoranda di 29 anni, linguista, lettrice, che ama avere opinioni sulle cose e che vede in questa situazione (perché qualcosa di costruttivo lo dobbiamo pur trovare) un’inedita occasione per riflettere sui propri valori, comprendere se questi reggono alla prova della realtà.

Collettivamente e parallelamente, qui su Giornate di lettura, abbiamo poi provato ad interpretare questi accadimenti attraverso la lente a noi più congeniale, ovvero quella dei libri, ecco allora pubblicati articoli come Ucraina: la culla della letteratura russa, Michail Gorbačëv: l’ultimo visionario del ventesimo secolo, Giusta di gloria dispensiera è morte, Utopia e rivoluzione (russa).

Nell’ultima sezione di questa rassegna vi lascio alcuni consigli di lettura/ascolto su questo tema, che hanno contribuito a formare la mia opinione. Ma ora passiamo agli altri contenuti di questa settimana…

Se non volete perdere nessuna delle nostre novità, potete iscrivervi alla newsletter, lasciando la vostra mail qui sotto (è gratuito):

✍️ SUL BLOG

È uscito lunedì scorso il primo di due articoli in cui Vittorio recensisce 4 opere saggistiche dedicate alla Recherche di Marcel Proust, che l’anno scorso è stata peraltro protagonista del nostro GdL Proust ritrovato. Se non lo avete ancora letto, lo trovate qui: ANCORA PROUST, PER APPROFONDIRE (consigli di lettura di Vittorio Panicara: prima parte).

Sempre di Vittorio è uscito invece venerdì, per la nostra rubrica I profili un post dedicato all’autore ferrarese Roberto Pazzi: IL DESTINO DI ROBERTO PAZZI (di Vittorio Panicara). È di Pazzi il romanzo Verso Sant’Elena che leggeremo nella terza tappa (luglio e agosto) del nostro GdL «4 righe con la storia» dedicato appunto al romanzo storico.

Per la serie Gli estratti abbiamo invece pubblicato:

📷 SU INSTAGRAM

Sono usciti 3 post e un reel (potete leggerli/riascoltarli cliccando sull’immagine):

In questo post Vittorio vi ha chiesto quale fosse il vostro rapporto con le opere di saggistica
Per la nostra rubrica Vi leggo una poesia Maresa vi ha proposto l’elegia XXI del libro I di Properzio
Qui Vittorio vi ha proposto un estratto del suo articolo IL DESTINO DI ROBERTO PAZZI (di Vittorio Panicara).
Per chiudere la settimana in bellezza Maresa e io vi abbiamo chiesto cosa ne pensate della poesia latina, postando l’elegia XIX del libro I di Properzio

🗞 DA LEGGERE / ASCOLTARE

Pubblicità

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...