
Domani, 8 marzo, si celebra la Giornata Internazionale della Donna. Per conoscere le origini di questa ricorrenza, rimando all’articolo de Il Post Perché l’8 marzo è la Giornata internazionale della donna. Giornate di lettura si occupa di libri, ed è da tale prospettiva che guardiamo a questa data. Per secoli le voci femminili non hanno avuto modo di partecipare al canone letterario: sono poche le scrittrici di cui si conserva un ricordo nelle nostre antologie. Col tempo le cose sono migliorate, eppure ancora oggi le autrici rimangono sottorappresentate, o le loro opere sono relegate sotto l’odiosa etichetta di “narrativa di genere”, quasi che i libri scritti da donne siano da catalogare in una categoria a parte. Ecco dunque di seguito 5 libri (3 di narrativa e 2 di saggistica), opere di scrittrici, con miei giudizi del tutto personali sulla loro qualità e sul perché li ritengo particolarmente adatti ad essere letti in questa occasione.
- Ragazza, donna, altro di Bernardine Evaristo | ★★★☆☆

In che modo è cambiato il femminismo da una generazione all’altra? Cosa vuol dire subire discriminazione di genere? Cosa accade quando a patirne sono donne appartenenti ad altre minoranze? Donne musulmane, donne transessuali, donne operaie? Questo romanzo polifonico racconta le storie di integrazione di quattro londinesi: Amma, Carole, Shirley e Morgan, figure di punta di quattro microcosmi diversi, che, intrecciandosi, sorreggono la raccolta di racconti in una coesa struttura portante. Si parla di transizione, di scontro generazionale, ma soprattutto culturale; insomma siamo davanti ad un’opera che cerca di dimostrare l’importanza dell’intersezionalità nel discorso femminista. Ma c’è un ma, che è poi la ragione di quelle 3 stelline: la scrittura di Evaristo sfrutta uno stile sperimentale, privo di segni di interpunzione, ma con abbondanti spazi tra paragrafi. Non discuterò qui tale scelta stilistica, che secondo me non rende un buon servizio al lettore. Tuttavia, ci tengo a dire che si tratta di una difficoltà che va superata, perché il testo in sé vale la pena di essere letto. Apre gli occhi su molte questioni della nostra contemporaneità e obbliga il lettore a porsi delle domande, che diventano necessarie grazie all’immedesimazione che la narrazione rende pressoché immediata.
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- Mondo bello, dove sei di Sally Rooney | ★★★★☆

Ho scoperto Sally Rooney con questo suo ultimo romanzo, e la sua scrittura mi ha colpito per la capacità di raccontare con precisione psicologica il disagio di un’intera generazione, costretta a confrontarsi con un mondo difficile da decifrare. Protagoniste dell’opera sono Alice, scrittrice di discreto successo, e Eileen, amica con la quale intrattiene una fitta corrispondenza. È solo attraverso questo canale privilegiato che le due riescono ad ammettere le loro inquietudini, di cui i due compagni rimangono del tutto all’oscuro. Di Dove sei, mondo bello ho parlato più nel dettaglio in “Dove sei, mondo bello”: esce oggi in Italia il poliedrico romanzo di Sally Rooney, ma ho voluto riproporlo qui per sottolineare l’importanza di una rappresentazione a tutto tondo delle figure femminili e della complicità che le lega.
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- Il professore di Charlotte Brontë | ★★★★★

Charlotte Brontë è senza dubbio la voce letteraria da me più amata in assoluto. E non perché credo abbia raggiunto il massimo picco stilistico della letteratura mondiale, ma perché qualcosa nella sua scrittura sfiora le corde più profonde e irrequiete del mio animo. Ma perché leggerla proprio per l’8 marzo? Perché, seppur il romanzo è scritto da una donna, il protagonista è un uomo, il professor William Crimsworth. Basti pensare ad Anna Karenina, o Madam Bovary, per rendersi conto di quanto spesso gli uomini hanno descritto, di solito con successo, il sentire delle loro protagoniste. Qui accade esattamente il contrario: con una penna convincente sia a livello di stile che di ritratto psicologico, Brontë scrive un romanzo in cui il protagonista maschile racconta in prima persona la sofferta decisione di lasciare il lavoro che aveva, per migrare in Belgio e insegnare in un istituto femminile. L’opera si rivela rivoluzionaria anche per altri aspetti, tra cui spicca l’intervento del narratore (in cui però riconosciamo la voce dell’autrice) che talvolta si rivolge direttamente al lettore, ma anche la vivida descrizione della natura, partecipe degli accidenti umani, e la tensione lirica che contraddistingue queste pagine.
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- Invisibili di Criado Perez | ★★★★★

Quante volte l’abbiamo sentito dire? “Ormai nel mondo occidentale le donne possono arrivare dappertutto, non ci sono più discriminazioni”. Sbagliato, le discriminazioni di genere esistono eccome, solo che il sistema ha imparato a nasconderle. Esse pullulano però negli ambiti più impensabili, ma non per ciò meno rilevanti. Come scovarli? Con i numeri, che vengono sapientemente tirati fuori da Criado Perez per mettere in luce quanto ancora oggi le donne siano Invisibili, e quanto frequentemente il maschio venga trattato come modello di essere umano di cui la donna non è altro che una deviazione. Ma a volte i dati nemmeno ci sono, ed è questa un’altra problematica discussa nel libro, ovvero il gender data gap: «Se le decisioni che condizionano la nostra vita vengono prese soltanto da maschi con la pelle bianca, di sana e robusta costituzione, nove volte su dieci di nazionalità americana, anche questo è un vuoto di dati proprio come lo è, nel campo della ricerca medica, l’assenza di informazioni sul corpo delle donne». Un libro necessario, che andrebbe letto da tuttə per capire che la disparità non è cosa del passato in nessuna parte del mondo.
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- L’atlante delle donne di Joni Seager ★★★★★

Come possiamo misurare la discriminazione delle donne, riuscendo a paragonare diverse nazioni? Quali sono le statistiche di morte durante il parto? A che punto siamo con la salute riproduttiva? Quali settori lavorativi sono ancora tutti al maschile? Anche qui parliamo di numeri, ma presentati in una maniera graficamente più appetibile, dal momento che siamo davanti ad un atlante. Le infografiche di Seager sono molto piacevoli e di facile decifrazione, ma soprattutto consentono una consultazione rapida, capace di confrontare i dati di tutte le parti del mondo. Sfogliandole è evidente il divario che divide le nazioni, ma si scoprono anche statistiche sorprendenti, che rendono chiaro come, in fatto di diritti delle donne, sono pochissimi i Paesi davvero sviluppati. Ecco, io credo che, se vogliamo “celebrare” l’8 marzo, lo dovremmo fare concedendoci un’oretta per guardare ai numeri, comprendere la situazione, in altre parole informarci. Perché l’unico modo per trovare soluzioni efficaci è quello di conoscere le dimensioni del problema.
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