
In realtà, alla base del richiamo che Berlino e i berlinesi esercitavano su di lui, si nascondeva un motivo più semplice e primitivo: la libertà sessuale. Come Isherwood alla fine degli anni venti e tanti altri decenni post-bellici, Mario avvertiva la torbida e incantevole forza di attrazione che da sempre la città continuava a esercitare, malgrado il nazismo e lo stalinismo, a dispetto di una guerra mondiale e della distruzione che ne era seguita, e nonostante il Muro e la Guerra Fredda. Quel richiamo irresistibilmente erotico si era nel tempo nutrito di letteratura e di storia, ma il suo centro risiedeva nel cuore stesso della città, vale a dire in chi vi abitava
Mario Fortunato, Le voci di Berlino.
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