Rassegna

Il Premio Strega, il fumo della critica, letture estive, e altre storie librose della settimana

Una settimana di letture #40
Federica Breimaie

Spatriati di Mario Desiati ha vinto la 76° edizione del premio Strega. Non posso ancora dirvi nulla del romanzo, dato che ancora non l’ho letto, ma vorrei riflettere un attimo con voi su alcuni punti. Prima di tutto, a differenza di quanto accaduto negli scorsi anni, pochissimi sono stati i bookblogger che, all’indomani della premiazione, hanno potuto dire di aver letto il romanzo. È una situazione inusuale, in effetti, la cui causa secondo me risiede non tanto nell’opera in sé, quanto piuttosto nel Premio, quest’anno poco seguito. Come mai? Credo per via di una comunicazione poco efficiente, il cui obiettivo ha ignorato il mondo del bookstagram cui ancora ci si ostina a negare la dignità di luogo di discussione attorno a libri e autori. Problematica è stata anche la poca notorietà dei finalisti di quest’anno, le cui opere sono finite ahimè nel dimenticatoio, come accade in un mercato che sputa troppi titoli, in troppo poco tempo, ad un numero troppo esiguo di lettori. 

Seppur meno noto, il testo vincente non ha mancato di dividere il pubblico in convinti sostenitori e critici intolleranti. Tra i primi troviamo Michela Murgia, presente alla premiazione, e Marta Perego, bookblogger capace ed eclettica. Potete trovare le loro interviste a Desiati qui:

Che dire dei detrattori? Tra questi, ho beccato quasi per caso un articolo uscito nell’agosto 2021 e poi, saggiamente, riportato su Pangea proprio oggi; si tratta di Mario Desiati, lo scrittore moscio amato dall’élite progressista. Ora, dopo aver letto per intero la stroncatura, perché è di questo che si tratta, mi rimane ancora un dubbio: ma di che cavolo parla il romanzo? L’articolo infatti è un sapiente miscuglio di fumose generalizzazioni, attacchi per certi versi personali e varie accuse di furbismo editoriale. Certo, mi direte voi, magari il romanzo fa schifo; possibilissimo, ma io da una critica mi aspetto di più di un: “L’autore, troppo preso a fornire al romanzo un’etichetta ben precisa, una morale, finisce per imbavagliarne il testo, non lo lascia respirare e il risultato è un immaturo tentativo di indottrinamento del lettore per mezzo di quel moralismo al contrario predicato da una certa élite allineata alla magna charta del pianeta liberal”. Ma la smettiamo di fare arzigogoli e scendiamo sul testo?  Ma di cosa stiamo parlando? Io voglio sapere qual è il problema? Troppa paratassi? Poco scavo psicologico? Tematiche trattate in maniera approssimativa? Voglio insomma uno straccio di prova testuale!

E continua: “Lo stile pretenziosamente lirico di Desiati si mescola poi con un intreccio mal costruito a tavolino, una narrazione disarmonica, in cui le due metà del libro sembrano germogliate da due semi diversi, un pasticcio in salsa pugliese difficile da digerire. Il reflusso gastro-letterario è assicurato”. Ancora: perché l’intreccio è mal costruito? che vuol dire un pasticcio in salsa pugliese? E che diavolo è il reflusso castro-letterario? Ma è critica, questa? 

Ma vi lascio la chicca nel dire che l’autore sta “compiendo un vero e proprio maschicidio dell’uomo-etero-bianco, giacché gli unici uomini del romanzo che non devirilizza vengono parodiati come portatori sani di machismo, di quella mascolinità oggi definita dalle neofemm “tossica”, facendosi così strada nel fresco filone della letteratura castrante”. A parte che di questo terrore del declino della mascolinità bianca dobbiamo prima o poi parlare, ma vi pare che una studiosa di letteratura degna di questo nome possa argomentare così? Certo, bei tempi quelli in cui il protagonista era macho, etero, forte e cazzuto… un po’ come Proust insomma. Ah, no, cavolo! Proust era un’… eccezione, speriamo non rientri anche lui nella letteratura “castrante”. 

Con questo non sto dicendo che Spatriati sia un capolavoro, non posso saperlo, ma dico che io dalla critica letteraria voglio qualcosa di più, voglio analisi, argomentazioni, contesto, non un marasma di frasi da anti-liberal; perché la valutazione di un’opera non può dipendere dalla virilità del suo personaggio! 

Detto questo, io, Desiati, forse non lo avrei nemmeno letto, ma ora sì, voglio proprio vederlo questo romanzo che “porta il vessillo della gauche fru-fru”! Ma ora passiamo alla rassegna della settimana.

✍️ QUI SUL BLOG

È uscito martedì scorso l’articolo 5 libri di narrativa per l’estate in cui vi ho dato qualche consiglio per le vostre letture balneari.

Sul versante della poesia abbiamo pubblicato:

Ad esse si sono aggiunte:

📷 SU INSTAGRAM

clicca sull’immagine per leggere il post

Questa settimana, vi abbiamo proposto un post dedicato a Questo libro è trans di Juno Dawson, letto nel corso del nostro GdL Diritti tra le righe e che potete leggere cliccando sulla foto qui accanto.

Inoltre abbiamo anche publicato un consiglio di lettura su Il libro delle cose di Andrea Bajani che potete leggere cliccando qui

📚 Curiosità dall’internet

Come sempre ecco una lista di articoli che questa settimana hanno attirato la nostra attenzione:

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