Perché su questo meraviglioso tessuto femminile, delicato come la seta, e nei fatti ancora candido come la neve, doveva imprimersi un marchio così volgare come quello che era condannato ricevere? Perché le creature rozze si impossessano tanto spesso di ciò che è più aggraziato? L’uomo sbagliato della donna, la donna sbagliata dell’uomo, migliaia di anni di filosofia analitica non sono ancora riusciti a spiegarlo la nostra idea di ordine. In questa catastrofe si potrebbe, in vero, ammettere la possibilità di un castigo latente. Senza dubbio, qualche antenato di Tess, con indosso l’usbergo, di ritorno brillo da una zuffa, avevo usato lo stesso metro, magari ancora più crudele, con le contadinotte del tempo. E, sebbene far ricadere le colpe dei padri sui figli possa essere una morale tutto sommato valida per le divinità, quest’idea viene disprezzata da quasi tutti gli essere umani; tanto più che non serve neanche a riparare il torto.
Thomas Hardy, Tess dei d’Urberville