Dal 31 agosto al 18 novembre resterà aperta, alla galleria d’arte di Zurigo, la più ricca esposizione svizzera dei quadri del pittore francese Robert Delaunay. Con più di 70 opere, la mostra offre una panoramica completa delle tematiche affrontate nella prima metà del XX secolo dall’artista parigino.
Robert Delaunay è stato uno dei più famosi pittori dei primi decenni del XX secolo, fondatore, nel 1912, del movimento artistico dell’orfismo, caratterizzato da colori forti e forme geometriche. In questa esposizione, si può ben cogliere il percorso estetico maturato dall’artista: da una prima fase a forte influenza cubista, fino alla decisa virata verso una pittura prettamente astratta, caratterizzata da colori puri e giochi di luce.
Di seguito, un assaggio delle diverse tappe che hanno segnato questo cammino e i quadri più rappresentativi della mostra:
Il periodo “divisionista” (1906-1907):
in questa prima serie di quadri, l’influenza di Paul Cézanne è evidente; in particolare, si rintraccia un chiaro rimando alla sua tecnica che anticiperà il cubismo. Rappresentativo della prima fase dell’opera di Delaunay è sicuramente l’autoritratto, con cui si apre la mostra.
Atmosfere gotiche nella cattedrale di Saint Severin (1909-1910):

la prima serie di quadri porta il visitatore nelle atmosfere gotiche di una cattedrale del quartiere latino di Parigi. Delaunay tenta qui di ricreare le modulazioni di colore generate dai fasci di luce provenienti dalle vetrate, riproducendo così un’immagine distorta dell’architettura e un’interessante sentimento dell’Unheimlich di freudiana memoria . L’influenza di Cézanne è ancora ben presente; tuttavia l’atmosfera prismatica che caratterizza soprattutto la parte bassa dei quadri ricorda la tecnica di Franz Marc, pittore che fece del tema del prisma la sua cifra. Questo richiamo diventa ancora evidente in quei quadri dove i colori si fanno più luminosi.
Parigi protagonista:

la terza sala della mostra è dedicata alla città natale del pittore. In essa si ritrovano i quadri della serie La Ville, iniziata nel 1909. La metropoli moderna diventa un’importantissima fonte di ispirazione; dall’interno delle cattedrali l’occhio si sposta sui grattacieli e sui tetti di Parigi. La Tour Eiffel è un motivo ricorrente in queste opere, rimanendo una costante presenza all’orizzonte: si tratta del soggetto più famoso all’interno di tutta l’opera di Delaunay. La frammentarietà della pittura cubista è sempre più evidente, anche se qui lo stile ricorda piuttosto le opere di un altro pittore francese: Georges Braque.
La serie de Les Fenêtres (1912).

In questa nuova fase della produzione artistica di Delaunay, inizia il suo allontanamento dall’arte figurativa; la divisione tra spazio e tempo viene messa in discussione, suggerendo una nuova dimensione: la simultaneità. La serie si basa sui contrasti di colori che rappresentano l’interazione tra le dimensioni spazio-temporali e il movimento.
Le forme circolari e la pittura pura.

In questo periodo il ruolo delle figure circolari diventa significativo in pittori come Kandinsky o Kupka; seguendo tale nuova linea di ricerca artistica, Delaunay crea la serie delle Formes circulaires. A differenza di altri autori però, il nostro segue il cromatismo naturale della luce solare e lunare, considerata di vitale importanza per riprodurre il movimento. Questa prospettiva pittorica, basata sui contrasti di colore, diventerà basilare per tutta la sua opera da qui in avanti.
Il periodo tra le due guerre:
tra il 1924 e il 1926 Delaunay esplora il mondo del dinamismo, della gioventù e della modernizzazione. Risalgono a questo periodo le serie dedicate ai Corridori e alla pubblicità (XXX). In queste opere, il coraggio, il vigore e l’ottimismo, che l’autore aveva visto incarnate negli atleti olimpici nella Parigi del 1924, sono i veri protagonisti.
L’ultima tappa: il ritorno all’astrattismo.
Dal 1930, Delaunay rinuncia definitivamente l’arte figurativa a favore di un’astrazione vibrante, cromaticamente ricca e lirica. Si concretizza così l’idea secondo la quale i colori possono essere usati per raggiungere «una riorganizzazione fisica del mondo contemporaneo».

Un interessante ritorno alle forme della geometria pura che chiude la mostra con un senso di circolarità.
Si tratta di una mostra ben organizzata, curata in ogni minimo dettaglio e caratterizzata dall’esposizione di opere provenienti da tutto il mondo. Se siete a Zurigo vi consigliamo davvero di farci un salto e ammirare coi vostri occhi la testimonianza lasciata da un pittore curioso, capace, brillante e incredibilmente eclettico!