“Il sonno, caro Chevalley, il sonno è ciò che i Siciliani vogliono, ed essi odieranno
sempre chi li vorrà svegliare, sia pure per portar loro i più bei regali; e, sia detto
fra noi, ho i miei forti dubbi che il nuovo regno abbia molti regali per noi nel
bagaglio. Tutte le manifestazioni siciliane sono manifestazioni oniriche, anche le
più violente: la nostra sensualità è desiderio di oblio, le schioppettate e le coltellate
nostre, desiderio di morte; desiderio di immobilità voluttuosa, cioè ancora di
morte, la nostra pigrizia, i nostri sorbetti di scorsonera o di cannella; il nostro
aspetto meditativo è quello del nulla che voglia scrutare gli enigmi del nirvana”.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, «Il Gattopardo» (il principe di Salina)