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Edgar Allan Poe e la nascita del giallo

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Edgar Allan Poe viene considerato da molti il padre dei thriller e dei polizieschi,  grazie alla pubblicazione di un trittico di racconti: I delitti della Rue Morgue, Il mistero di Marie Rogêt e La lettera rubata. I primi due sono stati raccolti in volume dalla Giunti, con un’introduzione di Alessandro Raveggi (molto curata: ne consiglio davvero la lettura!)

La trama verte sulle indagini di un investigatore di nome Dupin e del suo amico, nonché narratore delle vicende. Nel primo caso, si racconta la morte di una giovane donna e di sua madre, entrambe uccise in casa: il cadavere della ragazza, brutalmente seviziato viene ritrovato conficcato nella canna fumaria del camino; mentre quello della madre giace buttato giù dalla finestra. Dupin risolverà il caso attraverso un‘attenta osservazione del luogo del delitto, grazie alla sua capacità di pensare l’impensabile.

Una trama simile si configura per il secondo racconto, dove la vittima è una giovane donna, il cui cadavere viene trovato galleggiante nelle acque del fiume Hudson. Questa seconda vicenda, decisamente più intricata della prima, è stata ispirata da un fatto realmente accaduto.

Dupin è il prototipo di tanti investigatori “dannati” di cui si serviranno gli autori dei romanzi e dei film gialli. Sì, perché Dupin non ha rispetto della polizia, che considera incapace anche della più semplice deduzione, non ama la gente e si chiude in casa, al buio fino a sera tardi, quando poi, complice la notte, scende in strada col fedele amico di indagini. Intuitiva è la somiglianza tra questa “coppia atipica” e quella di Arthur Conan Doyle, formata da Watson e Holmes. Le pagine sono purtroppo poche per amare il personaggio di Dupin, eppure è notevole come Poe attraverso questi racconti costruisca dal nulla e in modo molto concreto un nuovo tipo di romanzo, quello giallo. Inutile dire che tra queste pagine il lettore può trovare un complesso esercizio di scavo psicologico, soprattuto perché la soluzione dei casi avviene proprio nella mente del raffinato investigatore.

Questo libro va letto per il suo valore storico, perché è qui che vediamo la nascita di un genere, forse tra i più popolari dell’odierna editoria. I casi sono molto interessanti, forse il primo meno del secondo a causa del suo minor grado di verosimiglianza; tuttavia risultano ben costruiti. Penso che sia una lettura particolarmente adatta a coloro che non hanno mai letto dei gialli o comunque dei gialli di autore. Questo perché la ricostruzione dei fatti, per quanto complessa, è lineare e quindi facile da seguire. Forse i lettori abituali di polizieschi d’autore potrebbero essere un po’ delusi dalla brevità del racconto e dalla mancanza di azione; va però ricordato che stiamo comunque parlando di romanzi gialli psicologici.

Un piccolo gioiello, dunque, questi due racconti di Poe, che vale la pena di leggere e di gustare, magari in una notte di pioggia e temporale.

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